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martedì 5 gennaio 2010

IL TERZO IN-COMODO (Fotoracconto)

Mia moglie Laura è una donna di 43 anni con una quarta di seno, un culo alto e sodo ed un paio di gambe affusolate e lisce come una pesca, insomma una di quelle donne in grado di competere, con successo, con ragazze più giovani e di attrarre lo sguardo di giovani maschi che vedono in lei la navigata quarantenne, disinibita ed esperta, che vorrebbero usare come “nave scuola”.
A letto alterna periodi di gran troiaggine a periodi alquanto tiepidi. Nei momenti di grazia è incontenibile ed insaziabile al punto che, a volte, riesco a tenerle testa con difficoltà. La sua voglia di cazzo diventa inesauribile e durante le scopate mi capita di urlarle: “sei una troia…. dillo che sei una troiona e che ti piace il cazzo” “siiii!!!, sono una troia … la tua troiona e mi piace essere scopata” “il cazzo non ti basta mai” “siiii!!! …. dammelo ancora ... siiiiiiii!!! ... mettimelo tutto dentro … sbattimi forte fino in fondo” “ci vorrebbe almeno un altro cazzo per soddisfare una baldracca come te … dillo che vorresti essere fottuta da un altro cazzo duro e grosso” “siii!!! ... voglio un altro cazzo che mi sfonda … sei un maiale”.
A volte durante la notte mi sveglio con una notevole eccitazione e mi accorgo che, Laura imboccato il cazzo, lo lecca e lo succhia con una passione ed un ardore da pompinara navigata.
Accortasi del mio risveglio e consapevole delle mie fantasie, mi sussurra nell’orecchio: “datti da fare o mi costringerai a cercare altrove un cazzo che sappia soddisfarmi adeguatamente” A quelle parole l’uccello mi diventa duro come una mazza da baseball, e Laura sistemandosi a cavalcioni su di me si impala ed inizia un ritmato saliscendi mentre io, mettendole un dito nel culo, le dico: “per soddisfare la tua troiaggine ci vorrebbero non due ma dieci grossi cazzi come quelli di un negro africano” a quelle parole Laura abbandonando ogni freno mi invita a metterglielo nel culo. La sistemo a quattro zampe, con due dita le riempio il culo di crema e poggiato il cazzo sul buco ben lubrificato comincio a spingere dicendole: “ti sto spaccando il culo come una puttana” “siiiii!!! ... inculami … fallo entrare tutto … rompimi il culo” “pensa che bello se ci fosse un altro uccello che, dopo averti fottuto in bocca, te lo sbatte nella fica mentre io continuo a pomparti il culo” A quelle parole si lascia andare ad un altro orgasmo fortissimo mentre io le riempio il culo di sborra.
Passati i momenti di passione e di trasporto ogni tentativo d’accenno alle cose dette durante le scopate ed all’eventualità di far entrare un altro maschio nel nostro letto veniva rigidamente stroncato “sono solo fantasie dette per gioco in momenti particolari, io amo solo te e non mi sognerei mai di tradirti”. Le mie insistenze creavano non poca tensione e le sue reazioni erano quasi violente: “sei un porco depravato e non voglio parlarne più”.
Nonostante tutto, ero convinto che la troia che era in lei prima o poi sarebbe venuta fuori, bisognava solo aspettare il momento giusto e creare le condizioni adeguate.
Il vicino supermercato è, da molti anni, una meta quasi giornaliera, infatti, per la breve distanza dalla nostra abitazione risulta molto comodo per approvvigionarci di tutti quei prodotti che servono a soddisfare i bisogni alimentari quotidiani.
Essendo dei clienti abituali abbiamo fatto conoscenza con il personale che vi lavora instaurando un rapporto molto cordiale con tutti. Un paio di mesi fa ci fu presentato un nuovo commesso di colore. Disse di chiamarsi Jamal, di avere 25 anni e di provenire dalla Nigeria.
Parlammo con lui per circa un quarto d’ora approfondendo, tra l’altro, i motivi del suo arrivo in Italia, la situazione familiare che aveva lasciato, gli studi fatti, le sue aspettative. Il ragazzo evidenziò un’intelligenza viva e, nonostante il suo italiano non perfetto, dimostrò buone capacità di conversazione e di intrattenere rapporti interpersonali. Il corpo atletico e muscoloso, di un nero profondo, sembrava essere stato scolpito da uno scultore dell’antica Grecia.
Spesso, nelle nostre puntate al supermercato, mia moglie attirava l’attenzione di Jamal, chiedendogli, a volte, di prendere quel tal prodotto dallo scaffale in alto, altre volte domandandogli dove si trovava quel tal altro prodotto ed approfittando sempre dell’occasione per scambiare qualche parola.
In uno dei momenti di maggiore abbandono, mentre sbattevo Laura da almeno quindici minuti, alla sua richiesta “scopami più forte … entra tutto ... entra di più” le risposi: “sono tutto dentro, se non vuoi farti fottere da un altro cazzo più grosso e più lungo del mio devi accontentarti di questo” “Ne voglio di più, ne voglio uno più grosso che mi faccia sentire piena” “Immagina che cazzo enorme deve avere Jamal e come ti può riempire tutta, pensa a come potresti godere facendoti sbattere da quel suo cazzo asinino” “siiiiiii!!!!, … mi piace Jamal, mi eccita quel suo odore maschio ...” “dillo che vorresti essere scopata da lui” “siiiiiii!!! … mi piacerebbe essere scopata dal suo bastone””. Nel sentire quelle parole non resistetti oltre e le inondai la fica di sborra.
Nei giorni successivi con molta cautela ripresi il discorso circa la possibilità di farsi scopare da un altro maschio e le domandai: “perché non Jamal?”. Notai con piacere che, seppur riluttante, appariva meno intransigente del solito, e non respinse seccamente, come al solito, l’argomento.
Dopo la mia ennesima proposta di portarsi a letto Jamal, mi sentii rispondere: “se ti fa piacere essere cornuto, sarò felice di accontentarti facendomi scopare da Jamal e godere del suo cazzo”. Mancò poco che venissi nei pantaloni e Laura, accortasi della mia eccitazione, mi tirò fuori il cazzo e, dopo averle detto “fammi vedere cosa farai a quello stallone”, come un’assatanata cominciò a leccarlo ed a succhiarlo facendomi venire nella bocca ed ingoiando, fino all’ultima goccia, tutto lo sperma.
Preparammo nei minimi particolari l’incontro con Jamal e, non sapendo se la mia presenza fosse da lui gradita, decidemmo che mi sarei gustato lo spettacolo nascondendomi nella stanza attigua dove avrei potuto vedere e sentire tutto.
Laura, come di consueto, si recò al supermercato per fare la spesa, riempì quattro buste, si avvicinò a Jamal e gli disse: “Le buste pesano e mio marito non può venire a prenderle perché è fuori per lavoro. Potresti, dopo l’orario di chiusura, portarmele a casa ?” e gli mollò cinque euro. Jamal, preso alla sprovvista non seppe dire di no.
Complice anche la calura di luglio che favoriva un abbigliamento leggero, Laura indossò per l’occasione una minigonna aderente, che le sagomava il culo e metteva in risalto le sue splendide gambe, ed una camicetta trasparente sbottonata fino all’attaccatura dei seni che sembravano volessero esplodere da un momento all’altro.
Alle 20,00 suonò il campanello di casa, attivai la telecamera che avevo collocato in posizione strategica e mi nascosi armato di macchina fotografica digitale mentre mia moglie andò ad aprire la porta. Fece entrare Jamal, che la guardava con compiacimento, gli chiese di portare le buste della spesa in cucina e nel salire su uno scaletto a tre gradini lo invitò a porgerle il contenuto delle buste per riporlo nei pensili. Jamal alla vista del culo di mia moglie, esposto ai suoi occhi, coperto soltanto dalla striscia del perizoma, strabuzzò gli occhi e cominciò a passarle le varie scatolette. Non distraeva mai lo sguardo dal culo di Laura che ancheggiava continuamente nel tentativo di sistemare la spesa, mentre il rigonfiamento della patta cominciava a diventare evidente.
Improvvisamente mia moglie finse di perdere l’equilibrio e cadde rovinosamente addosso a Jamal che istintivamente per afferrarla le mise una mano sul culo. Lamentò un dolore alla caviglia destra e gli chiese di sostenerla fino al divano. Jamal le cinse le spalle, portò le braccia fin sotto le ascelle e per sostenere Laura, che si abbandonò come un peso morto, la strinse forte a sé sfiorandole un seno. La accompagnò al divano e la fece sedere. Laura che simulava, da attrice consumata, delle smorfie di dolore, chiese a Jamal a prendere una pomata nel cassetto e di spalmargliela sulla caviglia. Jamal si sistemò in ginocchio e dopo qualche secondo di massaggio alla caviglia, mia moglie socchiuse gli occhi, sospinse la testa all’indietro e divaricò leggermente le gambe in modo tale da lasciar intravedere distintamente le mutandine. Jamal, alla vista delle cosce aperte e delle evidenti chiazze di umidità presenti sul perizoma ed incoraggiato dall’atteggiamento di abbandono di Laura, proseguì il massaggio, abbandonò la caviglia e risalì lentamente lungo la coscia. La mancanza di reazione, lo spinse ad essere più audace e, osando di più, prese a massaggiare, con l’altra mano, anche la gamba sinistra. Le mani di Jamal si muovevano in parallelo sulle gambe di mia moglie che per facilitare il massaggio le aveva aperte ancora di più, risalirono all’attaccatura delle cosce, presero a palparne l’interno fino a carezzare la fica ancora coperta dal perizoma.
Dalla posizione in cui mi trovavo riuscivo a vedere e sentire tutto distintamente e dinanzi alla visione di quelle mani nere in mezzo alle cosce di mia moglie, che a gambe larghe, con gli occhi chiusi si faceva palpare da Jamal, e si mordeva le labbra per non urlare, tirai fuori il cazzo che stava per scoppiare e cominciai a farmi una sega che rimarrà per sempre nei miei ricordi.
Jamal, poi le sbottonò la camicetta e cominciò a tormentarle i seni con carezze e massaggi vigorosi. Laura gli accarezzò la nuca e gli spinse il viso verso i capezzoli. Jamal ne prese in bocca prima uno poi l’altro e iniziò a succhiarli ed a morderli mentre, con una mano, ridiscese lentamente sul corpo di Laura, la infilò nuovamente in mezzo alle cosce, scostò le mutandine e prese a titillare dapprima il clitoride per poi infilare un dito nella fica fradicia di umori.
Dopo qualche minuto di quel trattamento, mia moglie cominciò ad ansimare forte ed esplose nel suo primo orgasmo.
Laura fece distendere Jamal e prese ad accarezzargli la patta che evidenziava un’erezione possente. Gli abbassò i pantaloni e tirò fuori, una bestia dalle dimensioni ancora maggiori di quelle da noi immaginate nelle nostre fantasie, era almeno dieci centimetri più lungo del mio e talmente grosso che, impugnato, il pollice ed il medio della mano di mia moglie non riuscivano a congiungersi.
Alla vista di quel bastone di carne mia moglie emise un gridolino di stupore e d’ammirazione, che fece sorridere il nostro stallone, e non resistette alla tentazione di prenderlo in bocca.
Laura pompava andando su e giù con la bocca e nonostante la sua buona volontà non riusciva, pena il soffocamento, ad imboccarne più di tre quarti. Al pompino alternava delle libidinose leccate lungo tutta la lunghezza dell’asta. Jamal in preda all’eccitazione, abbandonò il rispetto quasi ossequioso che aveva tenuto fino a quel momento e prese ad apostrofare Laura con frasi del tipo “succhia puttana …un cazzo così non lo troverai facilmente in giro…prendilo tutto in bocca”. Vedere mia moglie, con in bocca un cazzo nero di almeno 25 centimetri di lunghezza e 16/17 di circonferenza, mi provocò un’eccitazione talmente forte che non riuscii a resistere oltre e venni con una sborrata che mi fece quasi mancare.
Jamal, poi, allargò le gambe di Laura e prese a leccarle la fica. Laura ansimava come un’invasata e pronunciava frasi senza senso finché fu travolta da un nuovo orgasmo.
Il nostro stallone, che reclamava la sua parte di piacere, alzò le cosce di mia moglie, prese il suo palo, lo poggiò sulla fica bagnata e cominciò a spingere lentamente per farlo entrare.
Nonostante mia moglie non fosse una ragazzina di primo pelo, ma una donna navigata che da almeno venticinque anni prende sistematicamente la sua razione di cazzo e che prima del matrimonio aveva assaggiato non pochi uccelli di dimensioni e forme diverse, il bastone di Jamal entrava con difficoltà e con una certa resistenza, quasi come se stesse scopando una fanciulla alla prima esperienza. Entrava lentamente e ad ogni spinta, mia moglie emetteva dei sospiri di soddisfazione mentre Jamal le diceva “solo adesso potrai dire di essere stata sverginata”.
La penetrazione durò un’eternità e quando il cazzo di Jamal scomparve, inghiottito dalla fica di mia moglie, Laura, emise un gemito prolungato e disse: “siiiiiii!!! … adesso sì che mi sento completamente piena“. Jamal prese a sbatterla dapprima lentamente poi accelerando sempre di più il ritmo, dicendole ”il mio cazzo ti sta scopando dove nessuno è mai arrivato” e mia moglie scandendo bene le parole per farmi sentire distintamente “siiiiiii!!! ... allargami tutta … dopo questa scopata il cazzo di mio marito non sentirà più le pareti della mia fica … il suo cazzo non arriverà mai così in fondo … quel cornuto non immagina come mi senta piena e lui non riuscirà mai a riempirmi così”
Nel sentire quelle frasi fui pervaso da sensazioni contrastanti: da un lato mi sentivo profondamente umiliato dalla donna con cui avevo deciso di trascorrere la vita ed istintivamente volevo uscire dal mio nascondiglio e prendere a schiaffi Laura, dall’altra le cose dette da mia moglie fecero aumentare a dismisura la mia eccitazione come d’altra parte si aspettava Laura che, evidentemente, mi conosce fin troppo bene. Restai nascosto e ripresi a menarmi il cazzo che, dopo quelle parole, riacquistò nuovo vigore.
Jamal non solo possedeva un’attrezzatura invidiabile e la sapeva usare molto bene ma dimostrava di avere anche una resistenza fuori dal comune. Stava squassando la fica di mia moglie da oltre venti minuti con colpi veloci e poderosi, facendo entrare ed uscire il suo bastone per tutta la lunghezza.
In questo lasso di tempo Laura era venuta diverse volte ripetendo in continuazione: “fottimi forte ... quel cornuto di mio marito non ha idea di come sto godendo ... hai un cazzo favoloso ... riempimi tutta ... … mi stai sfondando”.
Jamal, prossimo all’orgasmo, accelerò decisamente il ritmo della scopata e mia moglie, resasi conto che stava per sborrare, lo attirò a se e gli infilò la lingua in bocca.
Il gioco di lingue durò fino a quando Jamal lanciò un urlo animalesco e le disse: “ti sto sborrando nella fica”. Nel sentire il getto caldo riempirle la fica, mia moglie ebbe un sussulto e fu preda di un nuovo orgasmo. Anche io aumentai il ritmo della sega e venni per la seconda volta.
Benché Jamal avesse goduto non ebbe la benché minima perdita della erezione, anzi fece girare Laura, la sistemò a quattro zampe poggiò l’uccello sull’ano e cercò di incularla. Laura lo fermò dicendo: ”non voglio, è troppo grosso, mi farai male”. Jamal allora diresse l’uccello verso la fica e la montò come uno stallone monta la sua puledra, scopandola nuovamente.
Jamal riprese a pompare senza sosta, con vigore e potenza, lasciando senza fiato Laura che sotto i colpi poderosi si accasciò sul pavimento urlando il proprio godimento, finchè un’altra abbondante dose di sperma le riempì la fica .
I due, esausti si distesero sul divano e mia moglie offrì all’ospite una bibita fresca, restarono a parlare per qualche minuto, poi Jamal si rivestì, baciò mia moglie sulle labbra, le disse: “quando le serve aiuto per la spesa, mi chiami” ed andò via.
Uscii dal nascondiglio, abbracciai e baciai mia moglie e nell’infilarle la lingua in bocca avvertii un sapore diverso dal solito che mi eccitò nuovamente e le dissi: “sei stata splendida, sei nata per essere una femmina da letto”. La feci sedere sul divano, mi inginocchiai, le leccai la fica ancora piena della sborra di Jamal ed assaporai per la prima volta il gusto acre dello sperma ancora caldo del maschio che aveva innaffiato e riempito la fica di mia moglie. Questa situazione eccitò nuovamente Laura che disse: “siiii!!! ... leccami la fica piena del seme dello stallone che mi ha scopata e fatto godere come mai mi è capitato” Dopo averla fatta venire nuovamente la girai, le appoggiai il cazzo sull’ano e le dissi: ”te lo infilo nel culo perché la fica, con il treno che l’ha sfondata, è troppo larga per il mio cazzo” Così, senza lubrificante, la inculai spingendolo tutto dentro, con decisione. Laura lanciò un urlo di dolore ed io, incurante delle implorazioni, le pompai il culo con vigore e forza fino a quando non le sborrai nelle viscere.
Dopo una doccia ristoratrice andammo a letto e ci addormentammo abbracciati e soddisfatti pensando che, come prima volta, eravamo stati molto fortunati e che gli avvenimenti avevano superato anche le migliori aspettative. Questo sicuramente avrebbe facilitato eventuali esperienze future.

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